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| La dimensione del colloquioLa dimensione del colloquio è una dimensione basale della psicoanalisi. Essa si fonda sull'incontro tra l'analista e il soggetto che soffre d un disagio avvertito di origine non somatica. Freud consigliava agli analisti di considerare ogni paziente come se fosse il primo, ovvero di liberarsi di ogni standardizzazione dell'evento stesso dell'incontro e dei suoi possibili esiti. Ciò che costituisce lo specifico della psicoanalisi è che l'incontro con il soggetto che soffre è innanzitutto l'incontro con un discorso. L'evento tra analista e paziente diventa un evento possibile solo attraverso la produzione di parola. La posizione di ascolto dell'operatore deve produrre una domanda effettiva di cura, ossia che il soggetto sofferente decida di voler conoscere la causa della propria sofferenza accettando che questo significhi mettere in gioco il proprio essere. La pratica della parola si impone come l'unica possibile per permettere l'incontro con la realtà psichica di un soggetto. E' questo il fondamento della psicoanalisi che, non a caso, una della prima pazienti di Freud aveva battezzato "talking cure" (cura parlata). La pratica del colloquio non può mai essere ridotta a una sintonia silenziosa con l'altro poichè l'essere del soggetto è sempre preso nella maglia del linguaggio. La dimensione del colloquio implica il piano del transfert, cioè la dimensione relazionale del colloquio.
In seguito parlerò dei vari tipi di colloquio. Con questo post ho introdotto la vera Psicologia. Quello che uno Psicologo svolge. La clinica . Ci sono vari tipi di colloquio che uno psicologo può effettuare: -Il colloquio psichiatrico tradizionale; -Il colloquio fenomenologico esistenziale; -Il colloquio ermeneutico; -Il colloquio empatico; -Il colloquio analitico.
Verrano presi in esame uno per uno
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